|
271: Enciclopedia della scienza e della tecnica Un’opera pensata per quanti ricercano uno strumento che li aiuti a muoversi nel mondo scientifico-tecnologico, contemporaneo. |
272: Il cuore oscuro dell'universo Uno dei maggiori enigmi che attendono tuttora di essere risolti è quello della «materia oscura», la misteriosa «essenza» che sfugge alle osservazioni dei microscopi e telescopi ma permea tutto l’universo, dallo spazio interstellare fino alle cellule dei nostri corpi. Secondo le più recenti osservazioni scientifiche, i pianeti, le stelle, le galassie, insomma tutto l’insieme di ciò che è percepibile dagli attuali strumenti di rilevazione, rappresenta soltanto una minima parte della materia che compone l’universo. È stato stimato che la materia visibile contenuta nelle galassie costituisce meno del dieci per cento della loro massa effettiva e che la massa associata alle galassie rappresenta, a sua volta, una piccola frazione della massa totale dell’universo. La materia oscura si va dunque affermando come uno dei protagonisti principali — anche se sconosciuti — della storia dei cosmo, dal big bang ad oggi. La sorte stessa dell’universo dipende dalla quantità di massa ignota in esso presente: tale quantità determinerà infatti, in ultima istanza, se avrà luogo un collasso catastrofico che invertirà l’espansione per riportare la materia ad una situazione simile a quella dell’attimo iniziale o se, invece, e da prevedere una espansione destinata a durare per sempre, che renderà l’universo sempre più vasto e vuoto. Le ricerche su questo sfuggente «quinto elemento» ci hanno portati alle soglie di una nuova rivoluzione copernicana, che ci viene illustrata con chiarezza e molta verve da un giovane e autorevole ricercatore direttamente impegnato in questo nuovo e sconvolgente campo di studi. |
273: Incontro con una stella Robert Jastrow ha fondato e diretto per vent’anni l’Istituto di studi spaziali presso la NASA ed è stato uno dei principali promotori della spedizione che portò sulla Luna gli astronauti americani. In questo libro Jastrow fa il punto con autorevolezza sul presente e il futuro dei viaggi umani nello spazio.
Le nostre conoscenze sulla natura dell’universo, le teorie sul Big Bang, sui quasar, sui buchi neri, le ipotesi intorno allo sviluppo della vita sulla Terra ci consentono — secondo Jastrow — di fare previsioni per un futuro molto prossimo affascinanti esplorazioni spaziali. |
274: 11 agosto 1999 eclisse L’11 agosto 1999 una eclisse totale di Sole tornerà finalmente a visitare il vecchio continente dopo circa nove anni di assenza (Finlandia, 22 luglio 1990). Ma quella scandinava fu un’eclisse, per così dire, abbastanza periferica, e molto più indietro nel tempo, al 15 febbraio 1961, dovremmo risalire per trovare memoria di un tracciato d’ombra esteso a tutto il continente! |
275: Guida all’ultima eclisse del millennio Mercoledì 11 agosto 1999 si verificherà un’eclisse totale di Sole che sarà osservabile entro una fascia di superficie terrestre larga circa 100 km. Tra le 10:10 e le 12:30 di TU, la fascia della totalità attraverserà molti territori dell’emisfero nord: la Cornovaglia, l’Europa, il Medio Oriente e l’India, dove l’eclisse terminerà al tramonto dei Sole sul Golfo dei Bengala. Le città disseminate lungo la fascia della totalità sono abitate da svariati milioni di persone che, insieme con quelle che vi si sposteranno per osservare l’eclisse, assommeranno al più vasto numero di spettatori che abbia mai avuto un’eclisse totale. L’eclisse sarà visibile come parziale dalla porzione orientale del continente nordamericano (all’alba locale), dal nord Africa, dal resto dell’Europa, dal Medio e da una parte del lontano Oriente (al tramonto locale), interessando così più di metà della popolazione terrestre. Trattandosi dell’ultima eclisse totale del secondo millennio, essa avrà per questo motivo anche un significato storico. La prossima eclisse totale si verificherà nel 2001, ma per registrarne una che interessi ancora il territorio del Vecchio Mondo bisognerà attendere il 2081. [Giancarlo Favero] |
276: Osservare le comete La comparsa in rapida successione temporale di due “Grandi Comete”, come la Hyakutake, nel 1996, e la Hale-Bopp, nel 1997, ha fatto rifiorire l’interesse degli astrofili per questi oggetti spettacolari, di cui il cielo era stato particolarmente avaro negli ultimi vent’anni. C’è un’intera generazione di astrofili per i quali la Hyakutake e la Hale-Bopp hanno rappresentato il battesimo cometario e il banco di prova per l’adozione di tecniche osservative alle quali si era sostanzialmente impreparati. Questo gap generazionale è particolarmente evidente nel campo della ricerca di nuove comete: da tempo non si battezza una nuova cometa con un nome italiano; e il ritardo è tanto più stridente quando lo si confronti con gli straordinari progressi compiuti in un campo affine, come quello delle osservazioni dei pianetini, in cui l’astrofilia italiana può competere con ogni altra comunità al mondo per qualità e quantità di risultati.
Le comete sono gli astri sui quali si può e si dovrebbe applicare la più ampia varietà di tecniche d’osservazione: dalla semplice investigazione visuale al disegno per fissare i particolari morfologici, dalla spettroscopia alla fotometria, all’astrometria, quest’ultima enormemente semplificata dall’utilizzo di camere CCD e dalla diffusione di software potenti e precisi. |
277: Sky & Telescope volume 37 - 1969/1 |
278: Sky & Telescope volume 38 - 1969/2 |
279: Sky & Telescope volume 39 - 1970/1 |
280: Sky & Telescope |
home page ARAR Biblioteca | E-mail Il Planetario |