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521: Violenze dell’atmosfera Le violenze dell’atmosfera, temporali, grandinate, uragani e tornado, causano ogni anno in tutto il mondo gravi danni alle cose e perdite di molte vite umane. Molte di queste distruzioni sono dovute alla scarsa conoscenza che abbiamo tuttora della natura di queste tempeste e delle forze che le producono: la scienza della meteorologia, anche se per ora non è in grado di impedire le tempeste o di controllarne lo svolgimento, può già far molto per aiutarci a prevederne lo scatenarsi e a prendere le opportune misure per difenderci dalle loro peggiori conseguenze. |
522: La vita nell’universo «Possibile che non vi sia altra vita nell’universo oltre a quella che è dilagata su questo nostro mondo di terra, d’acqua e d’aria? Possibile che sia successo solo qui?». |
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523: I crateri della Luna |
524: Dall’io al cosmo «Sta’ a sentire, ho scritto per alcuni mesi e ho già venduto diversi articoli: la mia giacca, la mia macchina per scrivere e il mio orologio».
Così un non meglio identificato divulgatore scientifico volle scoraggiare John Barrow dall’intraprendere quell’incerta carriera. Per fortuna il matematico, astronomo e fisico britannico non lo ascoltò. |
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525: L'unità del cosmo Sin dai tempi più antichi l’umanità ha tentato di ridurre l’immensità dei fenomeni cosmici ad una immagine unitaria, che spiegasse insieme i problemi dell’origine, della struttura e della vita dell’universo. |
526: Teoria dei quanti di luce Vi è in questo scritto del giovane Einstein un'intuizione storico limpida e penetrante, consegnata al lettore in forma chiara ed essenziale. Nel 1905, appena ventiseienne, Einstein intervenne nel dibattito sulle leggi di distribuzione dello radiazione luminosa che animava gli ambienti scientifici del tempo e che si inseriva nel più ampio processo di revisione delle scienze fisiche e naturali. Il giovane scienziato tentò di dimostrare come « ... una radiazione monocromatica di densità ridotta... si comporta, per quanto riguarda la termodinamica, come se fosse composta da quanti di energia indipendenti l'uno dall'altro». |
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527: L'uso diretto dell'energia solare Farrington Daniels, direttore dei laboratorio dell’Energia Solare dell’Università del Wisconsin, ha dedicato lunghi anni allo studio delle possibilità di trasformare i raggi solari in energia meccanica ed elettrica. |
528: Il Grande Libro dello Spazio Siamo cittadini dello spazio, nati quasi per caso sul terzo pianeta del Sole: la Terra. Questo nostro “punto di vista” è il risultato di un lungo cammino conoscitivo nel quale l’uomo si è spesso visto inceppato da superstizioni e da |
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529: Asteroidi |
Da un lato il neofita troverà in queste pagine tutte le informazioni che possono essergli utili per cominciare un’attività osservativa, dall’altra queste stesse informazioni sono inserite in un discorso di ampio respiro che non si limita all’osservazione, ma tratta della “storia” in senso lato di questi oggetti. Lo studio dei corpi minori dei sistema solare mostra in maniera sorprendente che questi oggetti, pur piccoli, non sono affatto “minori” per la loro importanza. Essi sono i mattoni con cui sono stati costruiti i pianeti e ci raccontano una storia avvincente, quella che ha portato alla nascita della vita — e quindi di noi stessi — sulla Terra. È stata una storia per molti versi drammatica e violenta che mostra però nel suo dipanarsi un ordine e una simmetria stupefacenti: i fenomeni che hanno portato alla strutturazione della fascia asteroidale e dei numerosi serbatoi di comete e altri oggetti sono, alla base, gli stessi che Newton descrisse più di 300 anni fa. A questi fenomeni dinamici si aggiungono quelli fisici, toccando praticamente tutti i domini, dalla fisica atomica all’elettromagnetismo, alla termodinamica, all’ottica. |
530: Buchi neri Il termine “buco nero” per indicare l’ultimo stadio del collasso gravitazionale di una stella fu introdotto dal fisico americano John Archibald Wheeler nel 1967. L’invenzione è, come ebbe a dire lo stesso Wheeler, «terminologicamente banale, ma psicologicamente potente». Evocando immagini archetipiche di abissi spalancati verso un mondo infero, l’idea di buco nero tende a identificarsi con un luogo oscuro che risucchia e divora implacabilmente ogni cosa gli si avvicini, dissolvendola nel nulla.
Terrore e fascino. Bambini e gatti possono contemplare a lungo un buco nero, per esempio lo scarico di un lavandino. La domanda di fronte a un buco nero, celeste o terrestre, è ovviamente: che cosa c’è al di là?
I buchi neri di cui ci parla la fisica sono un’apertura verso qualcosa che sta al di là del nostro mondo abituale in diversi sensi. |
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