Il progetto Moonwatch (Paolo Morini)
Il 4 ottobre 1957 venne lanciato e messo in orbita attorno alla Terra il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1.Fu il primo di una lunga e inarrestabile serie di lanci che misero in orbita una grande quantità di satelliti artificiali e di tutti i rottami che ne seguivano: terzi stadi abbandonati, serbatoi, lamiere.Tutti questi oggetti, in particolari condizioni, si rivelavano allo sguardo come dei punti luminosi in movimento, in tutto simili a stelle più o meno luminose. Agli inizi dell’era spaziale il contributo degli osservatori volontari era ritenuto indispensabile e, sotto la guida di astronomi di professione dello Smithsonian Astrophysical Observatory (SAO), venne organizzata una rete di stazioni di osservazione in cui gli osservatori erano tutti volontari – molti di essi astrofili. Questa organizzazione, nota come Progetto Moonwatch, affiancava i sistemi di osservazione basati sulle onde radio e fotografici. Gli unici fondi stanziati servivano per mantenere i servizi di informazione e raccolta dati, gli osservatori dovevano provvedere da soli anche a reperire gli strumenti adatti. Con il budget ipotizzato (20 dollari dell’epoca) ci si poteva procurare un doppietto acromatico da 50 mm di apertura e circa 180 mm di focale e un oculare Erfle da 32 mm di lunghezza focale. Scopo dell’osservazione era quello di registrare il momento del transito del satellite al meridiano locale: dato il campo ridotto del piccolo telescopio, era richiesta una squadra di osservatori che si dividessero il meridiano in “fette” di qualche grado ciascuna. Nei (pochi) libri per astrofili di fine anni ’60 – inizio anni ’70 si sentiva ancora l’influsso di questo filone osservativo, sotto forma di strumenti da costruire, calcoli da sviluppare, misurazioni da effettuare. Proponiamo qui una piccola carrellata di immagini … |