L'anno geofisico internazionale (Paolo Morini)

Negli anni 1957-1958 fu organizzato l’Anno Geofisico Internazionale, una grande campagna di ricerca cui aderirono scienziati ed enti di ricerca di 66 diverse nazioni – questo avveniva in un decennio durante il quale il dialogo fra le nazioni spesso era tutt’altro che facile. Lo scopo dell’Anno Geofisico era quello di dare un impulso alla conoscenza del nostro pianeta dal punto di vista meteorologico, sismico, climatico, geomagnetico ed oceanografico.
Nel primo volume della enciclopedia illustrata Universo, della De Agostini, che negli anni ’60 i miei genitori avevano pensato di acquistare, alla voce A.G.I., che stava per Anno Geofisico Internazionale, si trovava una breve storia dell’evento scientifico, un paio di foto e un diagramma.


Forse a caccia di notizie per una ricerca scolastica, mi imbattei in quel diagramma che ben presto conquistò la mia fantasia: un planisfero terrestre costellato dei simboli delle stazioni scientifiche dell’Anno.
Missili, telescopi, palloni sonda, antenne radar: in questo “Risiko” ante litteram della ricerca scientifica era difficile immaginare dove sarebbe stato più bello andare. Solcare l’oceano Atlantico su un veliero per studiarne le correnti?
Lanciare un razzo dalla Florida? Osservare dal Mar Nero con uno strano binocolo?
E la legenda, con le sue sommarie descrizioni, non era meno intrigante della stessa carta geografica. Sogni a occhi aperti, a cui è piacevole ripensare e che, a volte, è bello fare anche oggi.