Astrofili come selvaggina (Marco Marchetti)

Non ricordo con precisione quando la notizia cominciò a circolare, verso la fine del 1972 oppure all'inizio del 1973: era stata scoperta una nuova e brillantissima cometa che avrebbe fatto la sua comparsa in cielo a cavallo del Natale 1973. La cometa Kohuteck, come fu chiamata, era stata individuata quando si trovava ancora oltre l'orbita di Saturno ed era già luminosissima. Le previsioni per il massimo avvicinamento con il nostro pianeta erano di quelle da far venire i brividi: luminosità e dimensioni eccezionali. In altre parole la cometa più grande e luminosa di tutta la storia dell'umanità, uno straordinario regalo di Natale.
In certi momenti non si parlava d'altro; le opinioni di scienziati, politici, religiosi si rincorrevano l'una con l'altra. Ovviamente non mancavano i soliti cialtroni profeti di sventura; mi ricordo l'intervento su un settimanale di uno di questi il quale profetizzò (testuali parole): "Se la cometa che arriverà a Natale avrà la coda a forma di spada per l'umanità non ci sarà neppure il tempo di recitare l'ultima preghiera!".
In realtà, come ogni astrofilo non più giovanissimo sicuramente ricorda, le cose andarono molto diversamente; quella burlona della Kohuteck mostrò un comportamento alquanto bizzarro e non ancora chiarito: man mano che si avvicinava al Sole, anziché aumentare di luminosità (come ogni cometa che si rispetti), la Kohuteck si affievoliva sempre di più. Al momento del massimo avvicinamento alla Terra la cometa risultò a malapena visibile ad occhio nudo.
A quel tempo il sottoscritto era un ragazzino appassionatissimo di astronomia ma completamente digiuno di nozioni tecniche; sapevo cos'era un telescopio ma non ne avevo mai visto uno da vicino, sapevo che cosa sono le stelle e i pianeti ma non li sapevo distinguere in cielo e così via. Come tutti gli altri ero affascinato da questa storia della cometa e non vedevo l'ora che arrivasse Natale.
Verso la fine dell'anno l'ottimismo generale era molto calato e cominciarono a circolare strane voci sul fatto che la cometa non sarebbe poi stata così eccezionale; in ogni caso qualcosa si sarebbe dovuto vedere. Fu così che in dicembre il sottoscritto e due coetanei decisero di fotografare la famosa cometa; ovviamente non avevamo la benché minima idea di che cosa fosse la fotografia astronomica. Circolava voce che la cometa era visibile durante le ultime ore della notte; così una domenica mattina (non ricordo se prima o durante le vacanze natalizie) ci alzammo prestissimo e, armati di una comunissima macchina fotografica, ci recammo in spiaggia a Marina di Ravenna (dove abitavamo) utilizzando il Bagno Luana come punto di osservazione.
Come è facile immaginare non vedemmo assolutamente nulla. In primo luogo perché quella notte c'era uno strato di nebbia che lasciava libero solo qualche squarcio di cielo allo zenit; inoltre la cometa era molto debole e bisognava sapere esattamente dove guardare (ma noi ovviamente non lo sapevamo).
Mentre stavamo aspettando che la nebbia si diradasse un po’ di più, cominciammo a notare dei movimenti strani e sospetti in direzione del mare da parte di una o forse più persone; la nebbia non aiutava a capire che cosa stesse succedendo. Improvvisamente udimmo uno sparo e fummo investiti da una scarica di pallini, per fortuna in caduta libera; se non altro l'ignoto cecchino aveva sparato in aria. Spaventatissimi ci ritirammo in fretta e furia verso il paese e mentre stavamo discutendo sul da farsi (es. chiamare i Carabinieri) ecco sbucare dalla spiaggia lo sparatore nelle vesti di un cacciatore il quale appena ci vide ci puntò il fucile contro e disse: "Statemi lontano perché questa volta vi sparo addosso!".
Dopo avere consigliato al guerrafondaio di puntare il fucile su un posto diverso dalle nostre pance, chiarimmo l'equivoco. Il baldo individuo, probabilmente dotato di un cervello non troppo dissimile da quello delle anitre cui dava la caccia, ci spiegò che si era spaventato perché ci aveva scambiato per ladri. Chiarito il tutto raccogliemmo le nostre cose e ce ne tornammo a casa; la storia fece poi il giro del paese.
Per quanto riguarda il sottoscritto questa vicenda mi fece capire che c'erano molte, troppe cose che non conoscevo e che avrei dovuto assolutamente imparare. Per il momento, comunque, decisi che di comete, e soprattutto di piombo, ne avevo avuto abbastanza.