di Claudio Zellermayer
Panorama di Stonehenge con pianta
Il monumento megalitico di Stonehenge, situato nella Piana di Salisbury,
nellInghilterra meridionale è una di quelle costruzioni
che la maggior parte di noi conosce almeno in fotografia.
Inoltre pensare a questa costruzione come ad una struttura legata
allastronomia non è una cosa strana, anzi viene molto
spontanea questa associazione.
Il territorio della Gran Bretagna, lIrlanda, la penisola bretone in Francia e molti altri posti del nord Europa sono disseminati di queste costruzioni di pietra, il più delle volte cerchi o tumuli, allineamenti di monoliti, menhir. Solo però verso la fine del secolo scorso si è iniziato un lavoro di archeoastronomia, cioè di individuare in questi monumenti eventuali allineamenti astronomici. Larcheoastronomia naturalmente non si occupa solo di costruzioni megalitiche ma anche di templi greci, monumenti egizi e quanto altro.
Lastronomia può essere considerata, senza eccessiva presunzione, probabilmente la prima scienza delluomo.
Chiunque di noi percepisce i moti del Sole,
della Luna o della volta stellata, forse non in modo evidente,
però col passare del tempo ci si accorge di ciò. Dobbiamo
quindi credere che in tempi remoti ed in totale mancanza di
strumenti per la misura del tempo i popoli primitivi cercassero
in natura lequivalente di un orologio. Sarà occorso molto
tempo prima che luomo prendesse coscienza della
periodicità del moto del Sole e della Luna, ad esempio, tuttavia
questo è avvenuto. Inoltre dato che il sostentamento di queste
popolazioni era prevalentemente lagricoltura e
lallevamento diventava di primaria importanza avere sotto
mano un metodo per predire larrivo delle stagioni.
Il monumento di Stonehenge sembra essere quindi un enorme
calendario, utile tutti gli anni, utilizzando come segnatempo
pali conficcati nel terreno o pietre.
Per capire meglio la complessità e laccuratezza della disposizione degli elementi architettonici che costituiscono la struttura è fondamentale avere sotto mano qualche utile riferimento astronomico.
Moto del Sole e della Luna
Innanzi tutto sappiamo che il movimento che il
Sole compie nel cielo durante larco delle giornate è un
movimento apparente dovuto ai due moti principali della Terra: la
rotazione sul proprio asse, compiuta in 24 ore, e la rivoluzione
attorno al Sole, compiuta in un anno. Naturalmente noi non siamo
in grado, fisicamente parlando, di percepire questi moti durante
il corso di una giornata.
Osservando le ombre di oggetti siamo solo in grado di notare il
moto giornaliero o diurno (apparente) del Sole ad intervalli di
tempo consistenti.
Per quanto riguarda il moto annuale (sempre apparente) del Sole questo è assolutamente impercettibile durante il corso di una singola giornata. Solo dopo parecchi giorni ci accorgiamo di questo, ad esempio notando lallungamento o accorciamento delle giornate a seconda della stagione.
Un metodo che permette di notare ciò senza
luso dellorologio consiste nellosservare il
Sole al suo sorgere o al suo tramontare ad intervalli di circa 10
giorni, sempre allalba o sempre al tramonto. Facendo
riferimento ad oggetti fissi posti allorizzonte si potrà
verificare che il Sole sorge e tramonta sempre in punti
differenti. Affermare quindi che il Sole sorge ad Est e tramonta
ad Ovest è un luogo comune sbagliato. Il cambiamento del punto
di levata del Sole o del tramonto era noto già da millenni. Noi
probabilmente questo fenomeno non lo notiamo perché si è perso
molto il gusto dellosservazione della natura ed anche
perché abbiamo gli orologi. I nostri antenati avevano dunque
notato tutto questo e probabilmente avevano anche associato
lallungamento ed accorciamento delle giornate alle varie
posizioni che il Sole assume allorizzonte.
Quando le giornate si allungano il Sole si sposta lungo
lorizzonte, da sud verso nord, passando per lest il
21 marzo (equinozio di primavera); quando si accorciano, il Sole
si sposta nel verso opposto ripassando per lest il 23
settembre (equinozio dellautunno). Nei giorni in cui il
Sole inverte la sua marcia abbiamo i due solstizi. Il 21 giugno,
il solstizio destate o comunemente chiamato il giorno più
lungo dellanno, il Sole interrompe il suo spostamento da
sud a nord. Il 21 dicembre, il solstizio dinverno o il
giorno più corto dellanno, il Sole interrompe il percorso
da nord a sud. Il solstizio invernale per le civiltà megalitiche
e non era la data più importante. Si era notato che in quei
giorni il Sole rallentava la sua corsa verso sud per arrestarla e
riprenderla verso il nord, in direzione opposta. Il Sole
riprendeva a salire nel cielo e questo era un segno
beneaugurante: nessuno poteva sapere se dopo il solstizio il Sole
avrebbe ripreso il suo percorso abituale. Molti monumenti
megalitici hanno un orientamento preferenziale verso il punto
dellorizzonte in cui il Sole sorge il giorno del solstizio
dinverno.
Altri riferimenti astronomici molto importanti sono lequatore celeste e leclittica. Il primo deve il suo nome al semplice fatto che non è altro che una proiezione sulla volta celeste dellequatore terrestre: questo riferimento è esattamente un semicerchio. Questo cerchio è importante perché mostra il percorso del sole durante gli equinozi, quando si hanno di conseguenza dodici ore di luce ed altrettante di buio. In tutti gli altri giorni dellanno il percorso giornaliero del Sole è parallelo allequatore celeste: in primavera ed estate si ha un percorso maggiore dellequatore celeste, quindi il giorno prevale sulla notte, in autunno ed inverno accade esattamente il contrario.
Per chiarire il concetto di eclittica
immaginiamo di poter vedere, come per magia, di giorno le stelle
fisse. Se così fosse un osservatore acuto potrebbe notare che
col passare dei mesi le stelle che si trovano dietro al Sole sono
via via diverse. Tutte queste stelle formano a loro volta delle
costellazioni, le famose dodici costellazioni zodiacali che
determinano sulla volta celeste un riferimento: leclittica.
In altre parole leclittica ci indica in cielo il percorso
annuale del Sole. Anche i pianeti si muovono in cielo sullo
sfondo della fascia delle costellazioni dello zodiaco.
Unaltra definizione di eclittica, ugualmente corretta, la
definisce come il piano dellorbita Terra-Sole proiettato
nella volta celeste.
Lasse di rotazione terrestre è inclinato
di circa 23° rispetto alla verticale al piano dellorbita.
Trasferendo questi dati alla volta celeste vediamo che
lequatore celeste e leclittica sono inclinati di 23°
luno rispetto allaltro e questo angolo viene chiamato
la declinazione del Sole, +23° al solstizio destate, -23°
al solstizio dinverno.
I punti di intersezione tra lequatore celeste e
leclittica sono proprio gli equinozi: lequinozio di
primavera è il punto Ariete o punto gamma, lequinozio di
autunno il punto bilancia. Tutto ciò ci sarà utile
nellambito dei moti della Luna che ora ci accingiamo a
definire.
Se le popolazioni primitive hanno trovato con
una certa difficoltà i movimenti del Sole sulla volta celeste,
molto più difficile deve essere stato scoprire i moti della
Luna, per un insieme di motivi. La Luna orbita intorno alla Terra
su unorbita ellittica (una circonferenza leggermente
schiacciata) il cui piano non coincide con il piano
delleclittica.
Se così fosse stato, ad ogni Luna nuova si verificherebbe
uneclisse di Sole e ad ogni Luna piena uneclisse di
Luna. Questi due piani orbitali sono inclinati di 5°9
luno rispetto allaltro. I punti di intersezione tra
questi due piani sono chiamati i nodi e la retta che li
congiunge la linea dei nodi. Inoltre la linea dei nodi non
è fissa ma ruota lentamente in senso opposto alla rotazione
della Luna (moto retrogrado) e compie un completo giro in 18,6
anni. Quando la linea dei nodi è perfettamente allineata con la
congiungente Terra-Sole e la Luna transita da uno dei nodi allora
si verifica il fenomeno delle eclissi: di Sole quando la Luna
oscura il disco solare, di Luna quando la medesima sparisce nel
cono dombra della Terra.
La Luna impiega 27,3 giorni per compiere un
giro attorno alla Terra e questo periodo è chiamato mese
siderale.
Tuttavia in questo tempo la Terra si è mossa lungo la sua orbita
cosicché dopo un mese siderale la Luna non si trova nelle stesse
condizioni di illuminazione: se noi contiamo 27,3 giorni dalla
Luna piena non ci ritroviamo nuovamente nella fase di Luna piena.
Affinché questo avvenga occorrono 29,5 giorni il mese
sinodico.
Il numero 29,5 è da tenere a mente per quanto riguarda
Stonehenge. La posizione della Luna durante il mese sinodico
determina il noto fenomeno delle fasi lunari, cioè della diversa
illuminazione della Luna da parte del Sole. Il Sole illumina
sempre metà della Luna e tale metà non è rivolta sempre verso
la Terra. Quando la Luna si trova dalla parte del Sole noi non
siamo in grado di vedere la Luna in nessun momento della notte.
Successivamente si comincia a vedere una falce di Luna con la
gobba rivolta a ovest subito dopo il tramonto, vicino
allorizzonte ovest. Col passare delle notti la Luna
cresce e si alza sempre più in cielo.
Ad un quarto di giro la Luna si vede esattamente a metà, la fase
del primo quarto e culmina in cielo quando il sole tramonta. Poi
la fase cresce fino alla Luna piena quando vediamo interamente il
disco lunare per poi calare fino allultimo quarto (ne
vediamo ancora esattamente la metà, la metà di sinistra) e
successivamente si ritorna alla Luna nuova. Tra due lune nuove
sono trascorsi 29 giorni e mezzo cioè un mese sinodico.
Cè un ultimo fenomeno interessante riguardante i moti lunari con riferimenti a Stonehenge.
Si è detto che la linea dei nodi si muove e di
conseguenza il piano dellorbita Terra-Luna ruota. Quando il
nodo ascendente (il nodo attraversato dalla Luna quando questa
passa da sotto a sopra leclittica) coincide con il punto
Ariete (equinozio di primavera) la Luna raggiunge
sullorizzonte le sue posizioni estreme, cioè la massima e
minima declinazione: (+23°+5°) e (-23°-5°).
Quel giorno la Luna sorgerà sullorizzonte nel punto più a
nord possibile, ancora più a nord del punto di levata del Sole
nel solstizio destate (punto di arresto superiore).
Dopo 15 giorni si verificherà la situazione contraria e la Luna
sorgerà nel punto più a sud possibile (punto di arresto
inferiore).
Quando la Luna si trova in cielo alla massima declinazione
positiva (+29° al tempo delledificazione di Stonehenge)
essa descriverà in cielo il percorso più lungo ed i punti di
levata e di tramonto saranno vicini tra loro e vicini al nord.
Quando la Luna invece si trova alla massima declinazione negativa
(-29°) i punti di levata e di tramonto saranno sempre vicini tra
loro, ma questa volta prossimi al sud ed il percorso in cielo
della Luna sarà il più piccolo.
A latitudini maggiori di 61°Nord (90°-29°) la Luna durante il
suo percorso massimo sarà circumpolare, cioè non tramonterà in
quella particolare notte e 15 giorni dopo non sorgerà affatto
perché il suo percorso minimo si verrà a trovare tutto sotto
lorizzonte.
Esistono anche altri due punti di arresto detti minori che si
verificano quando il punto Ariete coincide con il nodo
discendente. In questo caso le declinazioni saranno +18°
(+23°-5°) e -18° (-23°+5°). Questi quattro punti, molti
difficili da individuare con le osservazioni li rivedremo a
Stonehenge.
Stonehenge
Il luogo dove è stato costruito Stonehenge sembra che sia stato attivamente usato in un periodo che va dal 3100 a.C. al 2600 a.C. seguito da un periodo di 500 anni in cui fu coperto dalla vegetazione per essere riutilizzato nuovamente tra il 2100 a.c. al 1400 a.C. quando il sito venne abbandonato definitivamente.
Il complesso è stato edificato in tre tappe diverse che verranno via via analizzate.
Cominciando dallesterno vediamo le sue varie parti. Stonehenge ha una pianta circolare formata da un fossato ed un terrapieno costituito probabilmente dal materiale scavato dal fossato. Il diametro del terrapieno si aggira attorno ai cento metri.
Secondo alcuni autori, le buche di Aubrey
potevano essere utilizzate
per prevedere le eclissi mediante
spostamenti periodici dei segnalini corrispondenti al Sole, alla
Luna e ai nodi.
Subito allinterno del terrapieno,
disposte lungo il confine circolare cè una serie di buche,
chiamate le Buche di Aubrey, dal nome dellantiquario
inglese che nel 1649 scoprì il monumento.
Le buche in totale sono 56, ugualmente distanziate luna
dallaltra ed hanno mediamente una profondità di un metro.
In direzione nord-est dal terrapieno parte la avenue un
viale lungo poco più di mezzo chilometro circondato da due
terrapieni ed allingresso del viale è posta la Heelstone
(pietra del calcagno), un monolito alto circa cinque metri.
Tra il fossato circolare ed il terrapieno della avenue ci sono una quarantina di buche per pali e si pensa che fossero dei marcatori di posizioni della Luna.
Nel cerchio delle buche di Aubrey vi sono le 4 stazioni, denominate coi numeri 91, 92, 93 e 94 costituite da due pietre e due piccoli tumuli disposte in modo da formare un rettangolo perfetto. I due lati corti del rettangolo formato dalle quattro stazioni sono paralleli allasse del monumento che è la congiungente del centro con la Heelstone.
Fra le buche di Aubrey e la struttura in pietra ci sono due cerchi di buche, ora coperte, denominate Y e Z. Sono profonde circa 90 centimetri e non servivano per conficcarvi dei pali.
Il cerchio Y conta 30 buche, il cerchi Z ne conta 29.
La struttura in pietra del monumento è divisa in tre parti: il cerchio di Sarsen, i cinque triliti ed il cerchio delle pietre blu.
Il cerchio di Sarsen (nome della località da
cui provengono le pietre e distante una trentina di chilometri)
ha un diametro di 29 metri e mezzo ed è costituito da 30 pietre
verticali alte 6-7 metri sormontate da architravi in modo da
formare un cerchio anche con le architravi. Delle 30 pietre del
cerchio di Sarsen una è la metà delle altre.
Altro particolare caratteristico riguarda la tecnica di
costruzione del cerchio.
Nella parte superiore di ogni pietra è presente una protuberanza
che si incastra in un incavo della sovrastante architrave: è il
cosiddetto incastro a mortasa. Le architravi poi hanno un
incastro nella faccia di contatto tra di esse.
Dentro al cerchio di Sarsen vi è il recinto delle pietre blu, provenienti dal nord dellInghilterra: sono in tutto 59 pietre disposte a ferro di cavallo con lapertura rivolta verso il viale di accesso e quindi la Heelstone.
Allinterno di questultimo recinto sono posti i cinque triliti: due pietre verticali sormontate da una orizzontale. Attualmente tre sono ancora intatti. Infine al centro dei triliti vi è posta la pietra dellaltare.
Gli studi archeologici mostrano che il monumento è stato costruito in tre fasi.
Durante la prima fase è stato fatto il terrapieno esterno, le buche di Aubrey e posta la Heelstone; durante la seconda fase è stata aggiunta la avenue ed infine nella terza fase sono state erette le pietre del cerchio di Sarsen, i triliti e le pietre blu.
Allineamenti e riferimenti astronomici
Nel 1740 il rev. William Stukeley nota che
lasse del monumento (congiungente centro-heelstone) sono
diretti a nord-est dove sorge il Sole il 21 giugno. La verifica
di questo portò alla ricerca di altri possibili allineamenti
così come sono mostrati nella figura.
Anche i lati corti del rettangolo formato dalle quattro stazioni
puntano sia verso il sorgere del Sole il 21 giugno sia verso il
tramonto del Sole il 21 dicembre.
Inoltre tutta unaltra serie di allineamenti mostrano le
direzioni dei quattro punti di arresto (definiti precedentemente)
della Luna. Questi punti, per essere individuati richiedono
continue osservazioni e per periodi prolungati. La Luna si trova
in questi punti una volta ogni 18,6 anni.
Andando ad analizzare la quantità di pietre e
di buche si scoprono interessanti casualità. I cerchi di buche
denominate Y e Z sono in tutto 59 che è il doppio di 29,5 cioè
il numero di giorni del mese sinodico.
Sono 59 anche le pietre blu mentre le pietre del cerchio di
Sarsen sono 30 di cui una, come detto prima, metà delle altre
per cui 29 pietre e mezzo.
Infine le buche di Aubrey. Come detto sono in tutto 56 e
dividendo per tre si ottiene circa 18,6 che come detto è il
tempo che impiega la linea dei nodi a compiere un giro completo.
Se disponiamo di 4 indicatori: uno per il Sole, uno per la Luna e
due per i due nodi e li sistemiamo in modo tale che il Sole sia
nella buca 1, la Luna nella buca 28 ed i nodi nelle buche 14 e 42
si possono simulare le eclissi. Spostando in senso orario
lindicatore del Sole di due buche ogni 13 giorni, la Luna
(sempre in senso orario) di due buche al giorno ed i nodi in
senso antiorario di 3 buche allanno quando
lindicatore del Sole, quello della Luna e uno dei due nodi
si trovano nella stessa buca può avvenire veramente
uneclisse.
È bene a questo punto fare una considerazione.
Gli allineamenti sono un dato di fatto e sono
tanti e tali di escludere delle coincidenze.
Questo porta inevitabilmente a considerare Stonehenge come un
osservatorio astronomico luni-solare. I numeri delle buche ed il
parallelismo col mese sinodico ovviamente non è provato, così
come il meccanismo di previsione delle eclissi. È fuori dubbio
che il fenomeno fosse noto, tuttavia per prevedere le eclissi
occorre avere la possibilità concreta di osservarne tante da
estrapolarne il meccanismo. I cieli ed il clima
dellInghilterra meridionale, oltre alla latitudine del
luogo non sembrano essere idonei per simili osservazioni.
Bisogna inoltre tenere in considerazione che i popoli che hanno eretto Stonehenge, in tutte e tre le fasi, non conoscevano la scrittura per cui non si capisce come abbiano tramandato le informazioni per essere in grado di riprodurre tutti gli allineamenti visti.
Per non parlare poi delle tecniche di costruzione del monumento e del trasporto dei monoliti.
La serie di misteri riguardanti Stonehenge ed altri luoghi simili disseminati in tutto il nord Europa per ora non ha soluzioni anche se lo studio dellarcheologia e dellastronomia insieme hanno permesso di far luce almeno su alcune cose.
Monografia n.20-1997/14
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