Guida alle costellazioni
di Paolo Morini
Le costellazioni più antiche che troviamo oggi sulle nostre carte risalgono alle antiche civiltà dei Sumeri, dei Babilonesi e di altre popolazioni che abitavano la regione situata fra il Tigri e lEufrate nota come Mesopotamia.
A queste prime antichissime costellazioni, se ne sono aggiunte poi molte altre ad opera degli antichi Egizi e, successivamente, dei Greci.
Questa geografia del cielo è sempre stata soggetta a due tendenze: da una parte la necessità scientifica di identificare le stelle e la loro posizione, ed utilizzare queste posizioni per descrivere il moto dei pianeti e scandire il trascorrere dei mesi e della stagioni.
Dallaltra il desiderio di mettere in relazione le costruzioni geometriche con la religione, la cultura e i sogni delluomo.
Gli atlanti stellari che usiamo oggi ci indicano i nomi di stelle e costellazioni in maniera univoca e codificata, ma le cose andavano diversamente fino a che lUnione Astronomica Internazionale non "congelò" in maniera definitiva le 88 costellazioni attuali.
Questo accadde nel periodo fra il 1922 e il 1930.
A partire infatti dalle 48 costellazioni che lastronomo Tolomeo aveva descritto nel suo Almagesto nel II secolo d. C., si erano viste nascere e morire (e magari riaffiorare dal passato) decine e decine di costellazioni.
Mentre le costellazioni del Leone, del Toro e dei Gemelli hanno attraversato i secoli, le costellazioni della Vespa, dellOca, della Macchina Elettrica, del Sudario della Veronica, sono passate a miglior vita e sono state epurate dagli atlanti stellari, in particolare da tutti quelli stampati dopo gli anni 30 del XX secolo.
LEnciclopedia di Astronomia e Cosmologia di John Gribbin, alla voce "costellazioni" riporta la seguente definizione:
« raggruppamenti convenzionali di stelle in cielo, riunite a formare le figure di eroi mitologici o di strani esseri od oggetti ».
La convenzionalità della suddivisione del nostro cielo in costellazioni è ben rappresentata dal concetto che in sé una costellazione non esiste.
Le stelle che noi facciamo appartenere alla stessa costellazione (ad esempio a Cassiopea, una costellazione che riconosciamo per la sua forma a "W") sono allineamenti casuali di stelle situate a distanze molto diverse dalla Terra, e pertanto non legate fisicamente fra loro.
Esiste qualche notevole eccezione, come ad esempio le stelle che disegnano il muso del Toro: disposte secondo una "V", appartengono allo stesso ammasso, le Iadi.
Il moto apparente del Sole nel cielo avviene secondo una circonferenza che attraversa 12 notissime costellazioni.
Questa circonferenza si chiama eclittica e le 12 costellazioni attraversate si chiamano costellazioni zodiacali: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci.
Non soltanto il Sole segue questo percorso: i pianeti (Mercurio, Venere, Matre, Giove e Saturno) e la stessa Luna, non si discostano mai troppo dalleclittica.
La presunta influenza delle posizioni del Sole e dei pianeti sulleclittica al momento della nascita di un individuo, costituisce uno dei temi principali dellastrologia, che è da considerarsi una pseudoscienza le cui previsioni sono talmente vaghe da potersi adattare a posteriori alla maggior parte degli eventi della vita quotidiana degli individui.
Quando si parla del cielo stellato le distanze non si misurano in metri, in chilometro o in anni luce ma in angoli.
Questo perché si parla di distanza apparenti, e non di distanze effettive.
Ma dove trovare un goniometro quando ci si trova allaperto ad osservare le stelle?
Per fortuna abbiamo un goniometro incorporato nei nostri arti superiori: con il braccio teso, ad esempio, e le dita aperte, langolo sotteso dalla punta del pollice alla punta del mignolo è pari a circa 20°.
Sempre a braccio teso, il pugno sottende un angolo di 8°, e le nocche dellindice e del medio 3°.
Prese poi le misure ad alcune costellazioni (come il Grande Carro, che non tramonta mai) possiamo crearci altri riferimenti, utili ad esempio per capire quanta parte del cielo stiamo osservando con uno strumento (telescopio o binocolo).
Una volta identificate le costellazioni principali non sarà difficile, seguendo le mappe allegate, trovarne altre utilizzando quelle note come vere e proprie "chiavi del cielo".
LE COSTELLAZIONI CIRCUMPOLARI
LOrsa Maggiore contiene il noto asterismo del Grande Carro, che è la figura celeste più facilmente visibile nella regione del Polo Nord celeste.
Il Grande Carro è un buon punto di partenza per tutti gli astrofili che vogliano cominciare a osservare il cielo.
La congiungente le stelle a e b, dette anche "Guardie", punta verso la Stella Polare, che identifica quasi esattamente il Polo Nord celeste.
IL CIELO DELLA PRIMAVERA
La linea che unisce le stelle a e b del Grande Carro punta verso la costellazione del Leone, mentre prolungando il timone secondo una linea curva si arriva alle stelle Arturo (del Boote) e Spica (della Vergine). La retta che unisce b e g del Leone punta invece allammasso del Presepe (M44) nel Cancro.
IL TRIANGOLO ESTIVO
Sempre usando il Grande Carro come partenza, la retta che congiunge le stelle g e d punta alla costellazione del Cigno, la cui stella più luminosa, Deneb, costituisce uno dei vertici del cosiddetto Triangolo Estivo.
Gli altri due vertici sono costituiti dalle stelle più luminose delle costellazioni della Lira (Vega) e dellAquila (Altair).
DALLA LIRA AL CAPRICORNO
e
DAL CIGNO A CASSIOPEA
La retta congiungente Vega e Altair punta alla costellazione del Capricorno, mentre lestremo della croce latina che costituisce la costellazione del Cigno punta verso Cassiopea.
LE COSTELLAZIONI AUTUNNALI
Il cielo dautunno è dominato dal grande quadrato di Pegaso, il cavallo alato, che rispetto al Polo Nord celeste si trova dalla parte opposta del Grande Carro.
Dal quadrato di Pegaso si individuano facilmente Andromeda, Cassiopea e Perseo.
Dal lato opposto di Pegaso si individua la costellazione del Pesce Australe.
LE COSTELLAZIONI INVERNALI (1)
La chiave del cielo invernale è la costellazione di Orione, da cui si possono individuare le altre principali costellazioni del cielo invernale: Cane Maggiore, Cane Minore, Gemelli, Auriga, Toro.
Come per bilanciare il Triangolo Estivo, si può tracciare lEsagono Invernale i cui vertici sono le stelle Rigel (Orione), Sirio (Cane Maggiore), Procione (Cane Minore), Castore e Polluce (Gemelli), Capella (Auriga) e Aldebaran (Toro).
LE COSTELLAZIONI INVERNALI (2)
Sempre partendo dal Grande Carro e seguendo gli allineamenti indicati, si arriva alle costellazioni dei Gemelli, di Orione e dellAuriga.
I disegni delle costellazioni sono tratti dal libro "Osservatori pubblici Guida alla gestione" di Gabriele Vanin, che ringrazio.
Monografia n.112-2007/5
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