Il cosiddetto sistema di osservazione del Sole per proiezione su uno schermo opaco viene spesso indicato nei libri di astronomia come il metodo di osservazione più sicuro. Ed è sicuramente molto più sicuro del sistema alternativo tradizionale, che consisteva nell’avvitare all’oculare un filtro molto scuro. Questo sistema viene sempre sconsigliato negli articoli sull’argomento, spesso si leggono frasi del tipo "se avete uno di quei filtri solari da avvitare all’oculare la cosa migliore che potete fare è prendere un martello e romperlo!". Il motivo è presto detto: poiché il filtro si trova sull’oculare, quindi vicino al fuoco dello strumento, viene attraversato dalla luce del Sole concentrata dall’obiettivo del telescopio. Il filtro assorbe una parte notevole dell’energia convogliata, e questo provoca un aumento della temperatura del filtro stesso, che per effetto del forte riscaldamento si può rompere. E se il filtro si rompe mentre siamo con l’occhio all’oculare e la luce del Sole passa attraverso una fessura, la cosa è molto pericolosa e il rischio ultimo è la perdita della vista. |
Schema di osservazione solare per proiezione da Patrick Moore "The observational amateur astronomer" |
L’osservazione per proiezione, per fornire una buona immagine, richiede che lo schermo su cui si proietta l’immagine del Sole sia in ombra e non esposto alla radiazione solare diretta. Un sistema può essere quello di piazzare uno schermo sul telescopio, mentre un sistema alternativo può consistere nel proiettare l’immagine nel fondo di un contenitore, che scherma la superficie di proiezione dalla luce circostante. |
Sistemi di osservazione solare per proiezione utilizzando un contenitore come paraluce, da Patrick Moore "The observational amateur astronomer" |
Un’apertura laterale consente l’osservazione dell’immagine solare. Uno dei vantaggi dell’osservazione per proiezione consiste ache nel fatto che è abbastanza facile riportare la posizione delle macchie solari su un disegno del disco solare stesso. |
Teatrino solare costruito dall’astrofilo Gerry Atkinson, da Phil Harrington "Starware", 1a edizione |
Un esempio di costruzione si trova nel libro "Starware", scritto da Phil Harrington, in un capitolo dedicato all’autocostruzione. L’astrofilo Gerry Atkinson ha costruito il suo "teatrino solare" con dei leggerissimi fogli di plastica espansa. |
L’astrofilo spagnolo Joan PLanas Tort nel 1936, con un sistema di proiezione solare applicato a un rifrattore da 75 mm di apertura, da Josep M. Oliver "Historia de la Astronomia Amateur en Espana" |
Un altro esempio di "teatrino solare" risalente al 1936 si trova nel libro di Josep M. Oliver "Historia de la Astronomia Amateur en Espana". Le misure dell’apparato sono del tutto indicative, la mia personale versione è una piramide tronca a base quadrata di 20x20 cm di base e 30 cm di altezza. È stata costruita con legno di balsa da 4 mm di spessore, incollato e rinforzato con nastro adesivo telato. Con la collaborazione del mio amico astrofilo Pino Bandini il tutto è stato rifinito con una mano di fondo e una mano di vernice nera opaca. Nel corso di questa operazione di finitura è scaturito fuori il nome dell’accessorio, il "trombone", e con questo nome la mia personale versione di questo dispositivo passerà alla storia. L’esterno è stato abbellito con ritratti di Galileo Galilei, qualche frase dello stesso sulle macchie solari e, naturalmente, il logo della nostra associazione. L’unica avvertenza da usare con il trombone solare è quella di non utilizzare un oculare pregiato e con lenti incollate per proiettare l’immagine del Sole – il riscaldamento dell’oculare stesso potrebbe rovinarlo. |
Primo collaudo casalingo del trombone solare L’immagine del Sole all’interno del trombone solare |
Il "battesimo del fuoco" del "trombone solare" alla Scuola Mordani di Ravenna, il16 marzo 2001. |