A.L.P.A. Ravenna - Autocostruiti: treppiede in legno
 

Treppiede in legno per rifrattori

 












Quando nel 1996 sono ritornato alla Astronomia dopo molti anni, uno dei primi pensieri fu quello di acquistare un telescopio, dato che il mio primo strumento, un rifrattore giapponese da 60 mm di apertura era in condizioni miserevoli, specialmente la montatura.
Sempre pensando a un rifrattore, acquistai un Televue Pronto, utilizzato su un cavalletto per macchina fotografica, molto stabile ma abbastanza macchinoso e scomodo per l'uso.
L'anno successivo decisi di mettere il mio Pronto su una montatura equatoriale e pensando a futuri sviluppi come dimensione del telescopio, scelsi la Vixen Great Polaris DX.
Il treppiede, venduto a parte, poteva essere scelto fra il modello standard per uso con rifrattore, con gambe estensibili fino a 150 cm, oppure il modello HAL, più robusto ma allungabile solo fino a 110 cm, il che per certe osservazioni risulta poco.
A suo tempo ebbi la possibilità di "toccare" in negozio il primo treppiede, e mi resi conto che la parte superiore della gamba era costituita da due listelli di alluminio accoppiati e abbastanza piccoli, per cui l'attacco non era molto robusto.
Il treppiede tipo HAL, che alla fine acquistai, è molto più robusto perché la parte superiore è costituita da un profilo chiuso di alluminio, molto rigido torsionalmente, e la rigidezza non cambia se la parte interna viene estratta o meno.
Il problema dell'altezza del treppiede si rivelò presto.
Infatti era praticamente impossibile osservare sena diagonale, e i problema si aggravò quando acquistai un rifrattore di focale superiore.
In quel periodo un importatore italiano pubblicizzava un treppiede in legno prodotto dalla Baader Planetarium, vantandone la stabilità e lo smorzamento rapido delle vibrazioni.
In seguito incontrai allo Star Party di Saint Barthelemy un astrofilo di cui ricordo solo il nome, Ermanno, che aveva sostituito il treppiede di alluminio della sua Losmandy G9 con uno in legno autocostruito con grande abilità.
Ermanno mi confermò che il treppiede in legno era molto più rigido e che le vibrazioni si smorzavano molto rapidamente.
Ormai i tempi erano maturi perché elaborassi la mia personale soluzione al problema.


Le gambe sono costituite da tre listelli di legno duro di 30x30 mm di sezione, avvitati fra loro con viti e dadi M8 in acciaio inox.
Poiché la testa del treppiede Vixen (che si può acquistare a parte) ha l'attacco per le gambe largo 34 mm, a destra e a sinistra del listello centrale ho applicato dei piatti di alluminio di sezione 30x2 mm.
In questo modo, asportando la parte terminale del listello centrale (e l'alluminio) si ottiene una "luce" fra i listelli laterali pari proprio a 34 mm.
Le gambe hanno una lunghezza fissa di 1400 mm.
Gambe estensibili sarebbero state molto più difficili da realizzare con attrezzature casalinghe, e inoltre si sarebbero dovuti interporre fissaggi meccanici idonei a mantenere la rigidezza del tutto.
Con uno stabilizzatore per treppiede della Manfrotto ho applicato un "ragno" a tre gambe per limitare l'apertura delle gambe del treppiede.
All'estremità inferiore le gambe sono dotate di un piedino in gomma orientabile, per assicurare un buon contatto con il terreno.
Poiché uno dei problemi dell'astrofilo "errante" è il tempo di montaggio, e siccome una parte del problema è costituito dal numero di cavi (nel mio caso due motori e due encoders), volevo incorporare nel mio treppiede una soluzione, anche parziale, al problema.
Ho deciso a suo tempo di sistemare le batterie all'interno delle gambe.
Cosicché ho asportato una parte del listello centrale delle gambe e ho coperto la cavità con due listelli di legno 70x10 mm di sezione. Quello interno è avvitato alla gamba. quello esterno è fissato con pomelli filettati.
Una gamba ospita 8 batterie D (torcia intera) per i motori di AR e Dec, un'altra gamba ospita 6 batterie D per alimentare lo Stellar Guide, la terza gamba ospita 8 batterie D di scorta.
Le batterie potrebbero essere cambiate con batterie ricaricabili, ma il costo superiore si giustificherebbe con una frequenza osservativa che è molto lontana dal mio standard, per cui nel mio caso il costo delle batterie non è proibitivo.
Nella parte interna delle gambe sono fissati i connettori di alimentazione, scelti in modo da impedire inversioni di polarità e scambi di batteria - probabilmente lo Stellar Guide non gradirebbe i 12 V dei motori.
Altre migliorie generali apportate sono state il fissaggio di un cercatore Telrad alla fascia del telescopio con un attacco rapido a slitta e il raddoppio del cercatore, il che aumenta la comodità di puntamento in certe posizioni e bilancia meglio il telescopio attorno all'asse di Declinazione. A l cercatore originale 8x50 ho affiancato un cannocchiale da fucile con lente da 40 mm di diametro, oculare zoom da 3 a 9 ingrandimenti e, veramente comoda, la visione raddrizzata.

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Spero che questo possa servire a qualcuno, e vi auguro buone osservazioni!

Paolo Morini