Il binocolo "nudo" Il "battesimo del fuoco" del mio binocolo 20x100 ha avuto luogo il 9 gennaio 2001, quando è stato utilizzato per osservare l'eclissi totale di Luna. In quella occasione, e dato il clima invernale, ho potuto verificare, se mai ce ne fosse stato bisogno, la facilità all'appannamento delle lenti esposte all'ambiente esterno senza nessuna protezione. Il rimedio più semplice e tutto sommato abbastanza efficace per impedire o almeno ritardare la formazione della condensa sulle lenti è costituito dall'uso di un paraluce, un tubo da applicare alla cella della lente. Dovendo trasportare sempre i miei strumenti sono abbastanza sensibile al problema dell'ingombro, per cui non vedevo di buon occhio due tubi rigidi, per quanto leggeri, da applicare agli scafi del binocolo. Ispirandomi sia a prodotti commerciali esistenti, sia al lavoro di alcuni astrofili che avevo visto fare il paraluce a un Celestron 8 avvolgendo attorno al tubo un materassino da campeggio, mi sono recato da un rivenditore di articoli tecnici e ho acquistato della gomma antisdrucciolo spessa circa 3 millimetri. I paraluce aperti Ho acquistato poi una striscia di Velcro autoadesivo per poter chiudere la gomma secondo un cilindro. Il Velcro autoadesivo si è attaccato prontamente al retro del foglio di gomma, mentre sulla parte anteriore l'incollaggio era reso difficoltoso sia dalla zigrinatura della superficie che dal fatto che la superficie di calpestio della gomma si presenta molto lucida. Il mio consiglio è di "spianare" la gomma nella zona dove attaccare il Velcro con una buona lima affilata o con carta vetrata, e utilizzare un adesivo forte tipo Bostik o Collaprene. Il vero "plus" di questi paraluce è che una volta tolti dal binocolo e staccato il velcro, diventano un foglio di gomma che può essere arrotolato e messo in borsa senza problemi. I paraluce applicati al binocolo I paraluce smontati, arrotolati e messi in borsa |