A.L.P.A. Ravenna - Autocostruiti:COPY-SCOPE
 

COPY-SCOPE

di Paolo Morini

 

Solo leggendo su internet le offerte di componenti ottici si seconda mano e di recupero ho realizzato che, in ogni fotocopiatrice, esiste una lente, che serve ovviamente a focalizzare l’immagine dell’originale sull’elemento sensibile che trasferisce poi il toner sul foglio della copia.

Alcuni rivenditori specializzati nel surplus militare e industriale offrono spesso nel loro listino obiettivi di recupero e di solito quelli più interessanti, come diametro e focale, provengono da macchine fotografiche di grande formato per aerofotogrammetria.

Il prezzo è sicuramente vantaggioso rispetto all’originale ma si tratta comunque di cifre non trascurabili.

Astrofili più esperti di me mi hanno messo in guardia dall’acquisto troppo facile: soprattutto se gli obiettivi sono molto vecchi lo strato antiriflesso può essere poco efficace (o inesistente) e inoltre la correzione cromatica potrebbe essere scadente (per l’uso su pellicola bianco e nero e con filtro giallo non occorrevano certe sottigliezze).

Gli obiettivi da fotocopiatrice hanno di solito prezzo molto contenuti e certi "pezzi" invogliano all’acquisto.

Esplorando siti come Surplus Shed http://www.surplusshed.com/ si trovano

in vendita a prezzi relativamente contenuti (dai 6 ai 16 dollari USA) questi obiettivi per fotocopiatrici.

I venditori cercano di renderle interessanti proprio come obiettivi per piccoli telescopi o cercatori, e in effetti, facendo qualche ricerca, ci si imbatte in siti dove i copy-scope la fanno da padrone.

Alcuni di questi siti sono

http://www.mindspring.com/~davebevel/copyscope/copyscope.html

http://www.meteor.dotstar.net/copier.htm

http://dmapub.dma.org/~wagner/copyscop.htm

Gli schemi costruttivi sono molto semplici e, per incubare le lenti, viene incoraggiato il ricorso a tubi di PVC, raccordi idraulici in materiale plastico, nastro adesivo per rendere solidali i vari pezzi, fascette stringi-tubo per bloccarli.

Alcuni schemi proposti sono i seguenti:





Ho personalmente realizzato due Copy-Scope.

Il primo di essi utilizza un obiettivo Eastman Kodak di 259 mm di lunghezza focale e luminosità f/5.6. Utilizzando un raccordo in PVC arancione da tubo da 80 mm a tubo di 50, ho provveduto a praticare una serie di tagli longitudinali con un seghetto su entrambe le estremità.

Dal lato di diametro maggiore ho inserito la cella dell’obiettivo, di diametro leggermente superiore agli 80 mm, e ho utilizzato una fascetta stringi-tubo per assicurarla.

Dal lato opposto ho applicato un poco di nastro adesivo telato e, sempre con una fascetta, ho inserito e assicurato un tubo di prolunga per oculari da 2" di diametro alla cui estremità ci si può fissare con elementi standard.

La messa a fuoco può avvenire sia con un oculare con focheggiatore incorporato o inserendo ed estraendo il tubo di prolunga, eseguendo la regolazione finale spostando l’oculare.


Il telescopio è stato provato sul campo sia con un oculare surplus russo da 32 mm (8x), probabilmente un Kellner, sia con un oculare ortoscopico della Vixen da 18 mm (14x), con cui ha dato i risultati migliori.

Per il secondo Copy-Scope ho usato una lente di lunghezza focale 215 mm e luminosità f/5.6.

In questo caso ho voluto recuperare un focheggiatore elicoidale smontato da un teleobiettivo fuori uso da 300 mm di focale, e il raccordo in PVC è stato deformato a caldo per adattarsi a quest’ultimo.

La lunghezza complessiva del focheggiatore ha impedito il raggiungimento della messa a fuoco con il prisma, per cui questo esemplare è con l’oculare in asse.

Le prime prove hanno dato un esito incoraggiante, e probabilmente anche con questo Copy-Scope si potrà fare qualche osservazione interessante.

Un giorno o l’altro, usando questo materiale, si potrebbe dar vita a un telescopio per la ricerca dei satelliti artificiali, un tipo di strumento che veniva descritto e pubblicizzato nei primissimi anni ’60.

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