A.L.P.A. Ravenna - Cupola autocostruita di Claudio Pari
 

Supporto per binocolo a parallelogramma articolato

di Paolo Morini

 

 

Il binocolo, come strumento astronomico, mi ha sempre attratto e, dopo una serie di ricerche, mi sono orientato verso un modello 8x56.Pur non essendo un campione in fatto di leggerezza, con il suo kg di peso, risulta essere uno strumento ancora utilizzabile a mano libera, soprattutto in virtù dell’ingrandimento moderato.

È comunque già faticoso da brandeggiare nel caso in cui si debba sorvegliare con continuità una zona del cielo, ad esempio per attendere il passaggio di un satellite artificiale: pochi minuti sono sufficienti per richiedere una sosta.

A suo tempo l’arrivo della cometa Hale-Bopp, una autentica grande occasione, mi portò all’acquisto di un binocolo più consistente per l’uso astronomico, il Fujinon FMT-SX 16x70.

Rispetto al mio precedente acquisto, un binocolo di queste dimensioni pone in maniera più pressante il problema di trovare un supporto adatto.

Un normale treppiede fotografico rappresenta una soluzione parziale, in quanto la visione di oggetti situati ad una altezza apparente superiore ai 30-40 gradi rispetto alla linea dell’orizzonte crea problemi di ingombro dovuti alla presenza dello stesso treppiede.
 

Sull’argomento della osservazione amatoriale del cielo con il binocolo è reperibile un ottimo libro, “Touring the Universe through Binoculars”, di Philip S. Harrington, John Wiley & Sons Inc., 1990.

In questo testo, in una appendice espressamente dedicata al problema della montatura, viene riportata la soluzione escogitata dall’astrofilo americano J. Burns.

Questa brillante soluzione consiste in un meccanismo a parallelogramma articolato ad una estremità del quale è applicato il binocolo, mentre all’altra estremità è applicato un contrappeso.

In tal modo è estremamente agevole cambiare l’altezza dello strumento rispetto all’osservatore e, in virtù dell’utilizzo di un parallelogramma articolato, l’orientazione del binocolo non cambia al variare della sua altezza durante il brandeggio.

Lo stesso tipo di supporto viene poi ripreso dallo stesso autore in un altro libro dedicato alla attrezzatura per l’astronomo dilettante, in un capitolo dedicato al “fai da te”,con una certa quantità di dettagli costruttivi (“Starware”, di Philip S. Harrington, John Wiley & Sons Inc., 1994).

Vista la quantità di realizzazioni a disposizione e le informazioni disponibili sull’argomento, ho proceduto ad interpretare lo schema costruttivo per adattarlo alle mie esigenze.

 

Il principio di funzionamento in sé è molto semplice.

Il binocolo, tramite un raccordo (commerciale o autocostruito), viene reso solidale ad un elemento che può ruotare attorno ad un perno ad asse orizzontale.

Questo consente di brandeggiare lo strumento in altezza, nel senso di variare l’inclinazione dell’asse ottico rispetto all’orizzonte.

Sul perno deve essere presente un sistema che consenta di frizionare o bloccare il binocolo.

Poiché il binocolo è montato al di sopra del perno è impossibile che il suo baricentro si trovi sull’asse del perno stesso.

Per evitare che, a seguito dello sbloccaggio del movimento, il binocolo tenda a cadere in avanti o all’indietro, è stata aggiunta una piccola asta dotata di contrappesi regolabili.

In tal modo è possibile bilanciare il binocolo attorno all’asse di brandeggio in verticale.

Questo bilanciamento può essere approssimativo: una leggera pressione della vite di blocco può creare l’attrito sufficiente per portare il tutto in una determinata posizione senza che vi siano tendenze a sbilanciarsi in avanti o all’indietro.

Questo sistema di bilanciamento secondario è un “plus” che ho introdotto rispetto alle realizzazioni che ho avuto modo di vedere realizzate.

Se non ci fosse questa barra equilibratrice, infatti, sarebbe necessario impugnare saldamente lo strumento prima di allentare la vite e brandeggiare in elevazione, e serrare nuovamente prima di abbandonare la presa.

Inoltre il collegamento fra l’adattatore per il binocolo ed il blocchetto è stato realizzato tramite un sistema rapido della Manfrotto.

 

Questo perno è solidale ad un elemento di supporto che costituisce a sua volta il lato di un parallelogramma articolato : quando viene spostato rimane sempre parallelo a sé stesso.

Solidalmente ad una delle aste principali del parallelogramma viene fissata un’asta su cui è possibile applicare uno o più contrappesi che, tramite una vite di serraggio, possono essere spostati e fissati in modo da bilanciare il peso del binocolo.

Le aste del parallelogramma sono costituite da profilo di alluminio pieno di dimensioni 20x30 mm per i bracci più lunghi; gli altri elementi sono costituiti da profilo di alluminio di 10 mm di spessore e larghezze di 20 e 30 mm.

Con dell’alluminio a sezione quadrata di 30x30 mm sono stati realizzati la sede per l’asta di supporto dei contrappesi, l’attacco per il binocolo e il blocchetto/cerniera.

Le sedi di tutti i perni sono ricavate direttamente nell’alluminio tramite semplici fori, mentre i perni stessi sono stati ricavati da una barretta di acciaio a sezione circolare di 8 mm di diametro, che si può acquistare già rettificata (vale a dire con la superficie molto ben rifinita e con una stretta tolleranza sul diametro).

Una serie di dadi in acciaio inossidabile e di pomelli filettati (tramite i quali regolare l’attrito della montatura o eventualmente bloccarla) completano l’assemblaggio.

Tutti le aste non toccano direttamente fra loro ma sono spaziate da rondelle in materiale plastico (nylon o teflon).

La realizzazione può essere effettuata con i mezzi tipici del “bricoleur”.

Per chi vuole cimentarsi nella costruzione, l’aspetto fondamentale per un buon funzionamento è costituito dalla precisione delle forature delle aste (gioco ridotto dei perni entro i loro fori e interassi uguali dei fori nei pezzi corrispondenti).

Questo supporto si caratterizza per :

  • la possibilità di supportare un binocolo eliminando la fatica fisica e il disagio derivanti dal reggere il binocolo stesso con le braccia per lungi periodi di tempo. Questo è tanto più vero quanto più il binocolo è pesante. Infatti le osservazioni con un binocolo di circa due kg di peso non vanno oltre una fugace occhiata. Anche binocoli più leggeri e meno potenti, sostenuti in questo modo, offrono una visione più riposante e soprattutto priva di ogni tremolio, aumentando così le prestazioni complessive dello strumento
  • risulta molto più agevole l’osservazione di oggetti situati ad una certa altezza rispetto all’orizzonte, in quanto viene eliminata ogni possibilità di interferenza con il supporto. Tuttavia, con i binocoli aventi gli oculari in asse con gli obiettivi (la stragrande maggioranza) il problema del torcicollo non si risolve più di tanto.

Poiché quando si brandeggia il parallelogramma articolato il supporto del binocolo si sposta senza ruotare, la direzione di puntamento del binocolo rimane immutata e questo consente di condividere con altre persone l’osservazione al binocolo anche se le persone hanno una statura differente dalla nostra. Basta abbassare o alzare il binocolo per portarlo all’altezza degli occhi di chi vuol condividere la nostra osservazione.

Se vi interessa la mia soluzione potete visionare qualche disegno costruttivo

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