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Una Osservazione Strappata coi Denti Parco del Carnè 1 / 6 / 2008 Una serata diversa da tante altre per tutti noi dell’ALPA, all’insegna dell’amicizia e della natura ma per alcuni anche dei ricordi e della nostalgia. Una vecchia canzone di Gabriella Ferri recitava più o meno così: “ .. ognuno ha tanta storia, tante facce nella memoria, tanto di tutto, tanto di niente, …” E così è stato per noi al Parco del Carnè la sera del primo giugno 2008. Una serata per certi versi magica anche se non proprio favorevole all’osservazione astronomica. Il Parco del Carnè è un luogo sempre ricco di fascino e di ricordi: le passeggiate fatte da ragazzi, i giochi sui prati, la tenda, il sacco a pelo, una natura che una volta era così lontana dai centri urbani da essere incontaminata. E la volta del cielo, nera, carica di stelle, disegnata dalle costellazioni. Ora non è più così ma il luogo rimane sempre piacevole e accogliente. Una lunga striscia di luce urbana all’orizzonte, un leggero velo di umidità che la diffonde ed ecco il cielo diventa lattiginoso, chiaro come in una notte di luna piena. Ed invece quella notte era luna nuova. L’inquinamento luminoso è arrivato fin quassù. A peggiorare la situazione uno strato di nuvole, ora denso ora sfilacciato, risolveva per noi definitivamente e nel peggiore dei modi il problema della visibilità delle stelle. Ma se la natura ci precludeva almeno per quella sera lo spettacolo del cielo, ci presentava invece tutta la sua incantevole e poetica bellezza proprio davanti a noi: le colline, le distese dipinte da ogni tonalità di verde, cespugli, fiori di diversi colori, la splendida ginestra a macchie sparse. E gli alberi, tanti, freschi di verde, a formare gallerie naturali sul sentiero da percorrere per raggiungere il luogo dell’osservazione. L’intervento dell’uomo nel parco ci è sembrato attento, curato, rispettoso della natura. Belle le sculture in pietra, interessanti e discrete le indicazioni botaniche vicino ad ogni albero o arbusto. Ed al calar della sera la magia delle lucciole, indescrivibile. Ci hanno tenuto compagnia mentre montavamo gli strumenti e mentre aspettavamo che uno squarcio aprisse il velo di nuvole. Quanti, tra le nuove generazioni, possono dire di averle viste almeno una volta? Ma la cosa che non dimenticheremo facilmente di questa piacevole serata sarà l’accoglienza autentica e sincera che gli amici del CAI di Ravenna ci hanno offerto. Come non ricordare il sorriso schietto e simpatico di Cesare, la stretta di mano calorosa e l’entusiasmo di Matteo, la disponibilità quasi imbarazzante di Tiziano e della Luisa, o la esuberante e coinvolgente presenza di Enrico “Talpa”. Come dire : il passato, il presente e il futuro dell’alpinismo giovanile del CAI di Ravenna. Per loro era una serata speciale, organizzata apposta per festeggiare i 20 anni di attività, tanti ospiti, anche dalle sezioni delle regioni limitrofe, centinaia di adulti e ragazzi. Molto simpatici i toscani, il cui accento e il tono di voce non passa certo inosservato specie nelle tavolate. A proposito: mangiare in compagnia sotto un ciliegio tanta roba buona è stato un altro punto a favore della serata. E’ mancata solo una cosa: le stelle. Mica roba da poco visto che era il motivo del nostro invito. Seccati e imbarazzati, a fine pasto, per aver usufruito di tanta accoglienza senza aver potuto dare niente in cambio eravamo quasi sul punto di raccogliere tutto in macchina e andare via sollecitati anche dalle prime gocce di pioggia. Ed invece all’improvviso una sfilacciatura tra le nuvole, un chiarore, qualche timida stella e poi a ovest il Leone ed in mezzo non una stella qualunque ma proprio lui… Saturno! Ed allora senza neanche pensarci o consultarsi, con una sola voce “Si monta!”, come una task force perfettamente addestrata in pochi minuti abbiamo reso operativa la nostra postazione. Non tutti, ma almeno i più fortunati, nei pochi squarci che siamo riusciti a sfruttare, hanno potuto ammirare, forse per la prima volta, il più bello tra i pianeti del sistema solare. In questi casi quello che ci ripaga di più della fatica fatta sono gli “ Ooooh ! ” di meraviglia della gente, specie dei più giovani, di fronte a tanto spettacolo. Con un poco di soddisfazione in più, a mezzanotte abbiamo smontato gli strumenti,salutato i nostri nuovi amici del CAI e ripreso la strada di casa. Forse questa prima volta non siamo stati molto fortunati ma speriamo in una prossima. Ancora grazie a tutti per l’ospitalità. Gianfranco Tigani Sava |