26 aprile 2007

Le Notti Galileiane

Astronomia al Liceo Classico Dante Alighieri - Ravenna

 

 

L’iniziativa “Le Notti Galileiane”, oramai consolidata come un appuntamento annuale fra il Liceo Ginnasio Dante Alighieri e gli astrofili ravennati, si è conclusa come tutti gli anni con un incontro al Planetario Comunale per una serata di osservazione astronomica.

Siamo lieti di pubblicare nel seguito il resoconto dell'iniziatva scritto da una delle partecipanti:

 

 

 

 

SULLE TRACCE DI NEWTON

 

L’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta ha organizzato col Liceo Classico “Dante Alighieri” il progetto “Notti Galileiane”, rivolto alle classi del penultimo e dell’ultimo anno. Tre rappresentanti dell’associazione hanno tenuto nell’aula magna del Liceo una lezione-conferenza dal titolo “La Luna: dalla fisica di Aristotele ai Principia di Newton”, seguita da una riflessione storica sull’era spaziale, tra politica, scienza e tecnologia, e sulle “conquiste” delle missioni lunari.

Il progetto ha previsto inoltre una serata di osservazione al Planetario, in prossimità della fase lunare del primo quarto, preceduta da una spiegazione tecnica sul funzionamento dei telescopi.

 

Storicamente, la vera osservazione della Luna è iniziata con Galileo Galilei, il quale rese più potente il cannocchiale e alle tante conoscenze unì una grande fantasia e le sue ottime qualità di disegnatore.

Fu però il grande scienziato Isaac Newton (1642-1727) che rese possibile la comprensione matematica dell’universo: attraverso il principio della semplicità della natura, che guidò tutta la sua ricerca scientifica, egli ha potuto affermare che le leggi fisiche valide sulla Terra valgono anche per tutto l’universo da noi conosciuto.

 

L’opera principale di Newton è Philosophiae naturalis principia mathematica, che risponde all’esigenza di applicare la matematica ad ogni aspetto della realtà. Pubblicati nel 1687, i Principia contengono alcuni risultati degli studi di Newton e molte sue riflessioni sul metodo da utilizzarsi durante una qualsiasi indagine scientifica.

Il principale apporto del filosofo-fisico-matematico-astronomo di Cambridge al metodo sperimentale di Galileo è l’“Hipotheses non fingo” (= non immagino ipotesi): durante un’indagine scientifica, secondo Newton, non vanno considerate le ipotesi che rallentano lo sviluppo della scienza (metafisiche, teologiche, della qualità occulte …) ma solo quelle che ci vengono suggerite dalla natura e confermate dall’esperienza.

 

La legge della gravitazione universale ha portato a quella che viene definita “sintesi newtoniana”: l’universo è unico ed è regolato dalle stesse leggi e, per usare le parole di Newton, “è sufficiente che la gravità esista difatto, agisca secondo le leggi da noi esposte e spieghi tutti i movimenti dei corpi celesti e del nostro mare”.

 

Newton presenta sé stesso come un ragazzo che gioca sulla spiaggia e di tanto in tanto trova qualche pietra e conchiglia più belle del solito, mentre il grande oceano della verità gli rimane sconosciuto.

Si pone, quindi, sulla linea del “sapere di non sapere” socratico e, pur essendo consapevole di portare a termine grandi scoperte, è cosciente dell’immensa quantità di cose a lui sconosciute.

E’ un po’ come quando noi osserviamo il cielo e sorridiamo ai pianeti di cui conosciamo il nome, ma diventiamo pensierosi di fronte all’infinito buio che ci sovrasta.

 

Fariselli Chiara IIA - Liceo Classico di Ravenna

 

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