30 settembre 2004

Presentazione del libro di Francesco Biafore "Ascoltando la Luna" presso la libreria editrice Pendragon

di Marco Garoni

Dove parliamo di cose che non abbiamo organizzato direttamente, ma in un modo o nell'altro c'eravamo anche noi e vogliamo che ne resti memoria

Non capita spesso di poter presentare un libro di un amico e ancor meno di presentare un libro di astronomia, soprattutto di questi tempi in cui l’astronomia e le scienze in generale non godono di grossa popolarità.

Un nuovo libro che non parla di stelle, di buchi neri o di esotiche e affascinanti teorie cosmologiche ma parla della Luna, l’oggetto celeste più vicino a noi tanto che potremmo considerarlo l’ottavo continente, staccatosi dagli altri nella notte dei tempi (questa è una delle teorie sulla formazione del nostro satellite, formulata da Darwin jr.), scoperto per primo da tutti i popoli della Terra perché da miliardi di anni illumina il cielo notturno.

La Luna appartiene alla Terra condividendone lo stesso percorso attorno al Sole, condividendone la stessa storia da ed osservandoci nel nostro cammino mentre scoprivamo la ruota, il fuoco, la natura, mentre cercavamo di capire cosa fosse, come usarla e che influenza avesse sulla nostra vita.

Un libro sulla Luna potrebbe quindi sembrare superfluo, visto il lungo e stretto rapporto che ci lega ad essa, ma non è così.

 

Sappiamo quanto il nostro satellite sia lontano e di cosa sia composto, da migliaia di anni ne osserviamo le fasi e siamo in grado di prevederne il moto, il comportamento. Sappiamo anche come arrivarci e come tornare indietro. Abbiamo mappe dettagliatissime della sua superficie, anche di quella nascosta, mappe che possiamo comprare in cartoleria come si comprano la cartina dell’Italia o di Bologna, come se potessimo andarci in ferie. Tutto questo non basta.

La Luna è un continente perloppiù inesplorato e non intendo in senso fisico (come ripeto ci siamo andati e siamo tornati) ma nel senso che moltissime cose non sono ancora chiare a cominciare dalla sua origine, al motivo per il quale è lì e gira attorno ad un “pianetino” come il nostro. Infondo Venere (il nostro vicino) non ha nemmeno un satellite e chiamare satelliti quei due sassi che ruotano attorno a Marte mi pare un poco esagerato.

La Terra no, la Terra ha la sua Luna, grande, imponente (la Luna rimane comunque uno dei più grandi satelliti del sistema solare), messa in cielo quasi apposta per farci incuriosire, per aiutarci nel nostro cammino nella storia. Cosa se ne farebbe Marte di una luna come la nostra, nessuno starebbe a guardarla, nessuno ad osservare i suoi splendidi crateri e poi spendere decenni per dare i nomi a tutte quelle formazioni, lottando e litigando (la Luna è stata anche un luogo di battaglie politiche, ideologiche e religiose e Galileo ne sa qualcosa). Nessuno starebbe a baciarsi nelle notti di Luna piena, nessuno conterebbe i giorni che mancano alla Luna nuova per cavare il vino dalle botti, seminare, o per andare all’osservatorio a godersi una splendida notte stellata. Probabilmente nessuno l’avrebbe sognata e desiderata tanto da immaginare e costruire razzi giganteschi per poterci arrivare e soltanto per farci un giro, per portare a casa qualche sassolino.

 

 

Un libro sulla Luna quindi serviva e non tanto per dare una risposta a quesiti non ancora risolti ma per ricordarci di tutte quelle domande che hanno permesso a noi di essere qui, dopo migliaia di anni, a parlarne ancora.

Leggendo questo libro ci si accorge della moltitudine di aspetti dello studio e dell’osservazione del nostro satellite.

Uno dei pregi di questo volume è proprio quello di raccogliere in un unico luogo, libro, studi e nozioni sparse in mille documenti.

La nostra Luna è raccontata, non descritta, attraverso le prime missione spaziali, attraverso quello che possiamo osservare e quello che sulla sua superficie succede (mi riferisco ai Fenomeni Lunari Transienti, descritti in un capitolo di questo libro), attraverso credenze e tradizioni, attraverso le future missioni come trampolino per Marte, attraverso quello che conosciamo e quelli che sono ancora i nostri dubbi, antichi e moderni.

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