OSSERVAZIONE del sorgere della Luna Piena a "Cable Johnson" |
Premessa
Chi è appassionato di cinema forse ricorda che “Cable Johnson” è l’ultimo scoglio che si incontra prima di inoltrarsi nell’oceano partendo dall’isola di Amity, e l'isola di Amity è lo scenario dei film “Lo squalo” e “Lo squalo 2”, i primi episodi della serie in cui lo sceriffo Brody, quasi a mani nude, uccide il mostro carnivoro, il grande squalo bianco.
A Ravenna non abbiamo un Cable Johnson, e neanche l’oceano, abbiamo però l’avamposto della terraferma sul mare: l’estremità delle dighe che proteggono l’ingresso del porto.
Per sgranchirci le gambe e osservare un oggetto familiare ma sempre nuovo, il 30 agosto 2004 ci siamo ritrovati all’estremità della diga foranea Sud (lato Marina di Ravenna) alle 20:26 ora legale per osservare il sorgere della Luna Piena dal mare.
Dato che la diga è lunga più di 2 km e non è percorribile in automobile, è stato necessario adeguare la strumentazione alle condizioni del sito. Il consuntivo della serata ad opera del nostro Gianni Tigani Sava.
Paolo Morini
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Trenta Agosto Duemilaquattro:
un gruppo di temerari procede a fatica nella debole luce del tramonto; avanzano alla spicciolata. Qualcuno ostenta maggiore sicurezza nella marcia ma sul volto rimane dipinta una espressione di incertezza.
- Non ce la faremo mai ...
- Dobbiamo farcela !!!
Il vento sferza di lato la marcia; la salsedine, sollevata dalle onde e dispersa dal vento, inzuppa i capelli e gli abiti, leggeri ... siamo appena a fine agosto dopotutto. Ma in quel dannato posto sembra di essere già in pieno autunno.
- Non volevo venirci,... lo sapevo... dovevo restarmene a casa,... era meglio...
- Non dire così, lo sappiamo tutti che non è vero,... avresti fatto qualunque cosa per esserci,... basta dirti che dopo si mangia...
La marcia continua. Già la luce tenue del tramonto cede il passo alle prime ombre della sera. Non rimane molto tempo ormai, bisogna far presto, bisogna accelerare.
Chi aveva avuto quella dannata idea, e per cosa poi?
Qualche mugugno affiora qua e là, ma bisogna andare avanti.
... e pensai: che diavolo ci faccio io quì? ...( da Bukowski, “Undergound”)
Il gruppo, sgranato in coppie, terzetti, singoli solitari, procede verso l’ormai unico traguardo possibile, la meta estrema oltre la quale nessuno si potrebbe comunque spingere, almeno a piedi. Da lì vedrà quello che nessun altro potrebbe vedere.
La punta estrema del molo comincia a distinguersi nell’oscurità, è lì ... ormai vicina.
Qualcuno si volta a guardarsi alle spalle, continuando a camminare. La spiaggia di Marina è li, sempre più lontana. Laggiù la gente vive ancora una tranquilla serata di fine estate. Si intuiscono i rumori, lontani.
Ma bisogna andare avanti.
Non c’è più tempo per ripensamenti o inutili chiacchiere.
E’ l’ora.
La luna sorgerà fra poco, piena, rotonda dapprima infuocata e poi sempre più pallida e bisogna essere pronti per quell’appuntamento.
Le bottiglie tintinnano nella sportina di plastica; un moscato e un prosecco. E quella crostata di amarene che ora viene poggiata in un angolo al riparo dal vento, scartata con cura, sembra sposarsi perfettamente con entrambi. In questo posto lontano da Dio e dagli uomini sono una speranza di vita, un filo che ci lega alla normalità.
E finalmente eccola.
Spunta tra la foschia bassa a pelo d’acqua, tonda, sgranata, sbavata di rosso, la LUNA.
La luce comincia a calare rapidamente.
In un attimo si fa notte.
La LUNA si alza sul fondo, sale alta nel cielo, si ferma.
Inonda la scena di un chiarore argentato.....
( da Samuel Beckett, “Aspettando Godot”)
Spettacolo sempre nuovo, spettacolo antico. Non servono strumenti, non occorre “ingrandire”, bastano gli occhi, la magia si ripete, l’emozione rivive.
Non serve parlare. Il vento continua a soffiare.
E’ tardi, la luna ormai bianca si è persa, salendo, tra veli di nuvole basse.
Si brinda, difendendo dal vento rapace bicchieri e crostata. Poi si torna a casa.
Poche parole sulle labbra ormai secche e inaridite:
- ...però, ... è stato bello...
- Lo rifaresti ... ?
_ ... la crostata era buona.
Gianni T.S.