L’ALPA, in collaborazione
con l’ARAR e con il coordinamento del Planetario di Ravenna, ha aderito alla
iniziativa della Commissione Divulgazione dell’Unione Astrofili Italiani: le
“Notti Galileiane”.
Le Notti Galileiane sono una
iniziativa tesa a riproporre all’attenzione degli astrofili e del pubblico
l’attività astronomica di Galileo Galilei, non solo come padre fondatore della
scienza moderna, ma anche come grande osservatore visuale al telescopio.
L’approccio scelto è stato
quello di offrire una iniziativa di osservazione pratica al telescopio,
preceduta da un incontro/conferenza su Galileo e l’astronomia del ‘600.
La nostra proposta ha avuto
l’adesione delle prof. Isidori e Masotti del Liceo Classico Dante Alighieri,
che hanno coinvolto le loro classi dell’ultimo anno di Liceo nell’iniziativa.
L’incontro preliminare a
scuola, della durata di circa due ore, aveva come scopo l’inquadramento storico
della figura di Galileo e, in particolare, il commento del contenuto del
Sidereus Nuncius, libro in cui Galileo parla del cannocchiale e per primo della
Luna, delle stelle e delle nebulose viste al telescopio.
Il Sidereus Nuncius si
chiude con la scoperta dei quattro satelliti principali di Giove, a suggello
della dedica degli stessi al Granduca Cosimo II de’ Medici fata nelle prime
pagine del libro.
Da astrofili ci piace
leggere il Sidereus come diario di osservazione di un grande astronomo, che a
dispetto di uno strumento che ci fa sorridere come prestazioni, ha capito
l’importanza di quello che stava osservando.
Anche se di per sé il
risultato delle osservazioni di Galileo non rappresenta una prova diretta e
immediata a favore del sistema copernicano contro quello tolemaico (l’effettiva
rotazione della Terra attorno al Sole verrà dimostrata con osservazioni dirette
molto più tardi) tuttavia le osservazioni fatte si armonizzano perfettamente
nel quadro della nuova nascente astronomia, mentre i teorici del vecchio
sistema si sbracciavano, per così dire, per far entrare tutti le novità
osservate nel quadro consolidato aristotelico-tolemaico.
Ovviamente le conclusioni
esplicitate nel Sidereus vanno prese, come si suol dire, “cum grano salis”,
come alcune riflessioni sull’atmosfera lunare che oggi sappiamo essere di fatto
inesistente.
La serata osservativa ha
avuto luogo presso il Planetario e, riprendendo quanto descritto in aula, ha
consentito ai ragazzi di osservare direttamente la Luna, Venere con una marcata
fase, Saturno e Giove, con l’assistenza di Paolo Alfieri, Agostino Galegati,
Marco Garoni, Paolo Morini e Gianni Tigani.
I telescopi sul terreno
hanno consentito anche di parlare brevemente di strumentazione.
Era presente un rifrattore
da 102, un Newton da 200 mm di diametro, due catadiottrici Maksutov da 127 e
150 mm.
Era stato inoltre preparato
un telescopio da 1 metro di focale utilizzando come obiettivo una lente
semplice da 1 diottria (quelle usate per la macrofotografia) diaframmata a 30
mm.
Un oculare da 32 mm di
focale forniva una trentina di ingrandimenti e questo strumentino dava un po’
di sapore “galileiano” alla osservazione.
E’ stato più facile spiegare
come mai Galileo avesse avuto alcuni problemi di interpretazione, in
particolare su Saturno, delle sue osservazioni – gli sarebbe bastata una attrezzatura
media da astrofilo moderno per fare in un anno le scoperte di un secolo di
astronomia osservativa …
Un’esperienza che ha
richiesto un certo impegno per organizzare le attività e che ci ha visto chini
sui libri per molte settimane per organizzare il contenuto dell’incontro e
scrivere una piccola dispensa sull’argomento.
La nostra soddisfazione è
stata grandissima e ci riproponiamo di tornare su Galileo e sul Sidereus
Nuncius in una prossima riedizione delle Notti Galileiane, anche se
difficilmente si riproporrà a breve l’occasione di avere i maggiori pianeti
contemporaneamente a presidio del cielo stellato.