Oramai un classico degli
Star Party, italiani, anche quest’anno ci siamo ritrovati alla fine di aprile a
Ostellato per CielOstellato.
Per il terzo anno
consecutivo l’ALPA è stata annoverata fra gli organizzatori della manifestazione.
L’acme del nostro contributo ebbe luogo per l’edizione 2002, quando
organizzammo la conferenza su Stelle Doppie e Fuzzy Logic tenuta dal nostro
Luis Arguelles, astrofilo spagnolo che vive a Oviedo, nel Nord Ovest della
Spagna.
L’anno successivo, cosi come
quest’anno, abbiamo presentato un programma di osservazione di stelle doppienote e meno note (alcune molto oscure in effetti) da osservare durante la
manifestazione sia con i nostri telescopi che con gli strumenti di chiunque
volesse cimentarsi nella ricerca e nella osservazione di queste gemme del
cielo.
Il venerdì pomeriggio siamo
riusciti a osservare a lungo il sole e il pianeta Venere al telescopio.
Il velo nuvoloso ci ha
impedito di osservare Venere a occhio nudo e ci ha dissuaso dalla ricerca di
Giove per osservarlo con il Sole sopra l’orizzonte.
Fra gli strumenti schierati
veramente notevole un rifrattore 150 f/7 Astreya presentato da Gino Bucciol di
Astrotech: la granulazione solare, che con strumenti minori si “intravvede” o
“si riesce a percepire”, era di una evidenza sconcertante.
Praticamente opgni strumento
era puntato sul Sole, non ultimo il rifrattore da 150 mm dell’osservatorio del
Gruppo Astrofili Columbia.
Al calare della sera, sul
promontorio del campo di osservazione, era presente una fila di telescopi
veramente impressionante, come dicono gli astrofili spagnoli una “plantada de
telescopios”.
Le prime ore di oscurità
sono state funestate da nuvole insistenti che si sono dissolte verso le 22:30,
lasciandosi dietro una serata con un seeing apprezzabilmente buono.
E più di noi osservatori
visuali, viene da dire “superstiti”, questo seeing è stato apprezzato dalla
fittissima schiera di astro-imager che si godono lo spettacolo del cielo dal
monitor del computer portatile anziché dall’oculare del telescopio.
Piaccia o non piaccia questo
modo di fare astronomia amatoriale, bisogna comunque notare una cosa.
Qualche anno fa la
fotografia consentiva di “vedere di più” quando si parlava di profondo cielo,
galassie, ammassi, piccoli asteroidi – la sensibilità della pellicola e la
capacità di accumulare il segnale luminoso (con certi limiti si intende)
mostrava ciò che l’occhio non avrebbe mai potuto vedere.
Ma era fuori di dubbio che
l’osservazione planetaria e lunare, quella che oggi chiamiamo “alta
risoluzione”, sarebbe sempre rimasta appannaggio dell’occhio umano, della sua
capacità di ricostruire un’immagine sfruttando i rarissimi momenti di calma
atmosferica che consentivano di sfruttare a fondo il potere risolvente del
telescopio.
Tutti erano insomma alla
ricerca di quei 30 secondi che valgono una vita, quelli che consentirono al
grande Antoniadi di verificare al rifrattore da 83 cm di Meudon che i canali di
Marte erano un’illusione ottica.
Antoniadi stesso dichiarò
che non avrebbe mai più avuto in vita sua il seeing della sera del 20 settembre
1909, passato alla storia come il giorno dei funerali dei canali di Marte.
Ad oggi invece, e in pochi
anni dalla loro recente introduzione, i CCD e le webcam (e i software di gestione) stanno rivoluzionando questo settore di attività
degli astrofili: le immagini digitali stanno mostrando cose sempre più al
limite delle possibilità dell’occhio, e, lo abbiamo visto con l’opposizione di
Marte del 2003, i 30 secondi irripetibili di Anoniadi si possono ricavare senza
problemi da una serata con seeing almeno mediocre (a condizione di saper bene
cosa fare).
Tornando a cose meno
astronomiche, oltre che le forze osservative abbiamo unito le bevande e le
derrate alimentari con gli amici astrofili del GRAAL di Livorno.
Gli impegni del sabato
mattina ci hanno fatto ritirare poco dopo la mezzanotte del campo di
osservazione, non prima di aver messo a segno 3 sdoppiamenti di stelle del
programma (fra cui la più difficile) e l’osservazione del transito dell’ombra
di un satellite sul disco di Giove).
Il giorno successivo è
trascorso all’insegna delle “public relation” e dell’organizzazione di
avvenimenti astronomici, dal livello locale a quello Europeo.
Le condizioni meteo,
sfavorevoli dal primo pomeriggio, si sono aggravate fino a far comparire
qualche goccia di pioggia, che ha convinto lo “zoccolo duro” degli osservatori
a smontare le ultime montature e chiudere gli ultimi treppiedi.
Le cose sono decisamente
precipitate verso le 20: una bufera di vento teso da Nord Ovest ha anticipato di pochi minuti un acquazzone
che non ha dato tregua per molte ore.
Nel fuggi fuggi generale
(chi in un camper, chi sotto a un gazebo, chi in pizzeria, chi al ristorante)
ci siamo persi un po’ di vista tutti quanti per poi ritrovarci nei giorni
successivi con la posta elettronica.
Con buona pace di questa
edizione, e con la perseveranza tipica dell’astrofilo, cominciamo a pensare al
programma di osservazione di stelle doppie per CielOstellato 2005 …